Ancora nuovi “giochi di guerra” nel Mediterraneo

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di Vittorio Spada

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Da tre giorni è in corso di svolgimento, e si protrarrà fino a metà  maggio, la “nuova” esercitazione aeronavale “Mare aperto” in un quadrante non tanto specificato nell’area del Mediterraneo centrale. In realtà l’ultimo (in ordine di tempo) “gioco di guerra” si sta svolgendo al largo del sud della Sardegna e al largo delle coste della Sicilia occidentale.

Come si apprende da una nota dello Stato Maggiore Difesa, “Mare aperto” è una “esercitazione interforze e internazionale che, condotta dal comandante in capo della squadra navale, rappresenta il primo evento addestrativo complesso annuale della Marina Militare italiana, con la partecipazione anche di assetti dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare, oltre a unità navali dei due gruppi permanenti della NATO e della Forza Marittima Europea”, con la finalità di un “addestramento complesso della Marina Militare, in particolare, e delle Forze Armate in generale, finalizzata al mantenimento di elevati standard di interoperabilità ed integrazione delle forze nazionali e NATO, per la sicurezza marittima comune dell’Italia, europea e dell’Alleanza Atlantica”.

Nel Mediterraneo stanno operando la portaerei Cavour, con i velivoli AV8B imbarcati, navi e sommergibili della Marina Militare e 11 navi provenienti da Canada, Francia, Polonia, Portogallo, Spagna e Turchia, inquadrate nei Gruppi marittimi permanenti della NATO e nella Forza Marittima Europea. La Marina, inoltre, con la brigata San Marco. Prendono parte all’esercitazione anche velivoli Tornado, AMX, CAEW, Predator, KC 767 dell’Aeronautica Militare, il reggimento Lagunari, elicotteri AW-129, un posto comando di artiglieria terrestre ed un posto comando di artiglieria antiaerea dell’Esercito Italiano. I reparti terrestri  operano nel territorio della Sardegna, che costituisce il punto nevralgico delle manovre.

La “Mare aperto” è il primo evento addestrativo complesso annuale della Marina militare italiana. Prima di prendere il largo per le manovre, nel porto di Cagliari erano alla fonda ben 23 navi da guerra d’Italia, Canada, Francia, Polonia, Portogallo, Spagna e Turchia: le navi Mendez Nunez, Patino, Blas de Lezo e St. John’s sono state ormeggiate al Porto Canale, le K.X. Czernick, Erdek e Leonardo al molo Capitaneria, al Molo Garau le Rottweil, Tajo, Alghero, Chioggia, Termoli, Crotone, Serra e Orion, mentre al Molo Ichnusa c’erano le Scirocco, Tavolara, Lipari e Todaro. Al Molo Sabaudo interno, infine, l’Adroit e Durand de la Penne.

Protesta da parte degli antimilitaristi sardi e anche dei pescatori del Sud Sardegna, che hanno espresso il loro disappunto con un comunicato dove, fra l’altro, si legge: “Dopo le restrizioni militari imposte in tutto il mare sardo alle imprese di pesca e senza neppure poter contare sugli indennizzi – si legge in una nota congiunta inviata da Federcoopesca Confcooperative, Agci Agrital pesca e Associazione Armatori pescherecci Sardi – ora arriva la mazzata decisa dallo Stato. Uno schiaffo al sud Sardegna che può far male a tutta l’Isola”. I pacifisti denunciano: “L’esercitazione militare denominata “Mare Aperto 2017″ rappresenta un salto di qualità in negativo nella storia delle esercitazioni in Sardegna – spiegano i pacifisti in una nota congiunta – Nonostante la smisurata dimensione di demanio e servitù militare già a disposizione, questa esercitazione, che si protrarrà fino al 20 maggio, arriva anche a sconfinare in territorio civile per ampi tratti di mare, precludendo il traffico a pescherecci, imbarcazioni commerciali e turistiche proprio alle porte della stagione estiva, da Costa Rei fino a Santa Margherita, oltre al già ampio tratto del poligono di Teulada. Tutto ciò avviene nel silenzio delle istituzioni politiche regionali, mentre il porto di Cagliari da giorni appare sotto assedio da parte di decine di unità delle Marine militari di diversi Paesi della Nato”.

In Sicilia, intanto, preoccupazione per la riapertura del poligono di Punta Izzo, ad Augusta, considerata non più un’ipotesi campata in aria. A ribadirlo sono il  Coordinamento per Punta Izzo Possibile e l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Concetta Di Pietro, con un comunicato in cui rendono nota la risposta del ministero della Difesa all’interrogazione del parlamentare del Movimento 5 stelle, Gianluca Rizzo. A rendere nota la posizione del governo sull’area costiera del centro del Siracusano è stato il sottosegretario Domenico Rossi, che ha definito Punta Izzo area «di particolare interesse per la marina militare», considerato che in parte anche oggi è usata per «attività addestrative periodiche». Nell’immediato futuro potrebbe verificarsi un potenziamento della presenza militare, quantomeno nella misura di una riapertura del poligono, chiuso ufficialmente 34 anni fa.

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